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5 light-box, stampa digitale,100 x 100cm, 2006.

 

"...a questo punto, ci sembra suggestivo notare che il video chiamato A Short Trip on the Other Side of the Galaxy, Where Pods Grow Before Falling on Earth studia un tema quasi similare. Innanzitutto, va utilmente spiegato che Rebecca Agnes ha deciso di accompagnare la sua animazione con l’affissione di quattro light-box. Tali “pannelli” riprendono gli stessi “elementi” (di stampo pseudo-vegetale) che il video porta con sé. E noi li percepiamo come se fossero le mere “pagine” di un testo enciclopedico. In questo caso, ci sembra di “sfogliare” un vero e proprio… trattato di “botanica”. Ciò accade perché noi leggiamo le “didascalie”, e guardiamo la “schematizzazione grafica” di ogni “forma pseudo-vegetale”. Anche qui, ciascun “baccello” va (virtualmente…) a rimuoversi, ragion per cui l’artista sceglie di descrivere (con precisione) in primis gli annessi “tempi di migrazione”, o tutte le “qualità” che spiegano la sua riproduzione. Inoltre, Rebecca Agnes ha scelto di inserire una sorta di “mappatura astrofisica”. Nelle sue intenzioni, questa serve a rintracciare ogni singolo baccello (in modo tale che lo spettatore ne capisca la più “giusta” collocazione “galattica”). Naturalmente, una simile “disposizione” è molto paradossale, nella misura in cui ciascuna “forma di vita” si trova (subito) ad invadere tutto il resto dello Spazio. Per tali motivazioni, l’artista ha scelto di “applicare” una specie di grande “retino direzionale”, sopra ogni mappatura. La maglia (che definisce tutti i vari “percorsi di migrazione evolutiva”, riguardo a ciascun “baccello pseudo-vegetale”) segue un “andamento” quasi conico. Una scelta molto significativa, perché ci sembra di immaginare un primo (e fondamentale) “centro di propulsione… rigenerante”. Inoltre, l’applicazione di questo “retino vettoriale” può (a ragione) rievocare un’altra tesi di Gilles Deleuze. In specie, ci pare che i consueti “concetti agonistici” (gli stessi che aprono verso la “visione” di tali baccelli spaziali…) siano sul serio “esperiti” (dal coevo osservatore) in maniera già… “distanziata”. In fondo, ancora una volta, accade che i quattro light-box di Rebecca attestino la “compartecipazione” del Mondo in qualunque rinascita della Vita. Ciò vale proprio perché si nota la “rete del contatto spaziale” (per cui ogni singolo baccello si trova, subito, già “allargato”… verso tutto ciò che non lo connota direttamente). Il light-box di Rebecca ci mostra che le forme pseudo-vegetali “vivono… a distanza del loro Mondo”. Ora, esse vi risiedono in modo alquanto “fluttuante”, visto che lo stesso “tragitto di mutazione evolutiva” si pone in chiave del tutto… conica. Una “configurazione” molto caratteristica, dagli “echi” fortemente ondulatori..."

estratto da testo critico di Paolo Meneghetti

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Light box, series of 5, digital print, 100 x 100cm.

In these lightboxes, all the species are analyzed and archived as if they were part of a botanical or ethnographic encyclopedia. All their movements, differences, permutations, displacements and developments are catalogued; so that by observing and studying the lightboxes we can understand how this world functions.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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