un’antologia di fantascienza

Ricamo a mano su lino, 120 x 340 cm, 2003.

L’ultimo giorno che sono stata a Milano, prima di partire per Parigi,
ho organizzato un party per salutare gli amici. A tutti gli invitati ho chiesto di pensare ad un racconto di fantascienza e d’immaginare come riassumerlo in una serie di disegni. Durante la serata hanno disegnato il loro “racconto” su un pezzo di stoffa. I miei amici hanno realizzato per me un’antologia di fantascienza e di conseguenza io mi sono fatta un’antologia dei miei amici, come un libro per il viaggio. Questa antologia potrebbe essere qualunque antologia, non è possibile ricondurre le linee di disegni ad un preciso racconto, ma è possibile vedere la differenza fra un racconto e l’altro. Ho chiesto di tradurre il racconto, (la parola), in un codice differente, quello del disegno. Ricamando i disegni me ne sono riappropriata.

science fiction anthology

Needle-work on flax, embroidered by hand,120 x 340 cm, 2003.

The last day that I was in Milan, before coming to Paris, I gave a party for my friends to say good-bye. I asked to all of them to think about a science fiction tale and then to imagine how to summarize it as a series of drawings. During the evening they drew their tale on a piece of cloth. My friends had  made for me a science fiction anthology and consequently I made an anthology of my friends, like a book for a journey.
This anthology could be any anthology, it's not possible to identify a line of drawings with a particular tale, but it is possible to see the differences among all the tales. I asked my friends to translate the tale, (the words of the tale), in a different code, the code of the drawing. Embroidering the drawings, those images have become completely mine.

Installation for "Please, Knock Before Entry" curator Chiara Parisi, Centre International d'Accueil et d'Echange des Récollets, Paris, 2003. (foto by Valeria Turrisi)

les histoires des récollets

Ricamo a mano su lino, 120 x 340 cm, 2003.

Durante l’ultimo periodo che ho trascorso a Parigi ho chiesto ai miei vicini di casa (Amal Saad, Alexia Dafni, Giorgios Papadatos, Elia Mangia, Donatella Spaziani) del Centre International d’ Accueil et d’ Echange des Récollets di immaginare e disegnare per me, su un pezzo di lino, una storia che sarebbe potuta accadere (o che accade) al Récollets. L’edificio in se ha una storia che dà andito alle più svariate supposizioni…Nato come convento è stato nel tempo adibito a ospedale per incurabili, poi a ospedale militare, è divenuto scuola di architettura, poi è stato occupato ed infine bruciato. Ora è appunto un centro per lo scambio culturale interdisciplinare.

les histoires des récollets

Needle-work on flax, embroidered by hand,120 x 340 cm, 2003.

During the last month that I was in Paris I asked to my neighbors (Amal Saad, Alexia Dafni, Giorgios Papadatos, Elia Mangia, Donatella Spaziani) to imagine a tale that could be happen or is still happening in the Recollets center. They drew the tales for me on a piece of cloth. Then I needled their drawings. The recollets centre has an interesting and dramatic history, and that history is still present in the edifice. First it was a convent, then a military hospital, then an architecture school, a squatter place and at last it was set on fire. Now it is a centre for exchange and a cultural meeting.

les histoires des récollets _ science fiction anthology

Installation for “Inhabituel” curator Chiara Agnello, Fabbrica del Vapore, Milan, 2005.