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L’Alfabeto Illustrato


105 ricami a mano, su cotone, montati su telaio di legno, ognuno 10 x 10cm, 2008.

The Illustrated Alphabet


105 embroiders on cotton fabric, on a wooden frame, each 10 x 10 cm.

alfabeto

L’alfabeto italiano ha 21 lettere.

L’alfabeto è la prima cosa che si impara nel momento che a scuola si inizia ad apprendere la propria lingua in maniera sistematica e cosciente. Anche quando si studiano altre lingue il primo passo è sempre l’alfabeto. E’ facile trovare appesi alle pareti delle classi dei bambini degli alfabeti illustrati, dove, oltre alla rappresentazione della lettera nella sua forma grafica, c’è un disegno immediatamente riconducibile a una parola che inizia con la lettera in questione.
Fra la lettera, il disegno e la parola vi intercorre una relazione ovvia, immediatamente riconoscibile agli occhi di un bambino. E’ superfluo notare che nel confrontare alfabeti illustrati di lingue differenti non vi si riscontrano corrispondenze. Se io, di lingua madre italiana, dovessi associare una parola inglese a ogni lettera dell’alfabeto, il risultato potrebbe apparire bizzarro agli occhi di un inglese, perché non è detto che assocerei la parola più “logica” alla lettera. Così come se chiedessi a dieci persone di illustrare il proprio alfabeto, otterrei dieci alfabeti differenti, perché l’associazione lettera-parola dipenderebbe unicamente da una scelta individuale. Se poi chiedessi a queste persone di disegnare le parole scelte, introdurrei un’altra variabile. Difatti la rappresentazione della parola sarebbe condizionata dalla capacità grafica delle persone in questione. Estendendo la stessa richiesta a persone che parlano lingue diverse, e che probabilmente non conosco neppure, la leggibilità del risultato diverrebbe impossibile ai miei occhi. In questo modo avvierei un processo di allontanamento progressivo fra il punto di partenza e il risultato, che potrebbe portare a inaspettate e proliferanti interpretazioni. Oltretutto gli alfabeti hanno un numero di lettere variabili. Alcune lettere sono si comunemente conosciute e anche in uso in differenti lingue, ma comunque rimangono estranee a molte di queste lingue, perché le si usa di riflesso per parole e terminologie straniere entrate nell’uso corrente. Da questo punto di vista l’alfabeto italiano è uno dei più poveri in quanto numero di lettere, anche se la lingua italiana accoglie senza troppi problemi parole e modi di dire provenienti da altre lingue, inventando poco o nessun termine nuovo, ma più facilmente prendendo a prestito parole di altri.

Si può intendere il narrare come una semplice somma di parole, in cui gli spazi vuoti fra una parola e l’altra vengono riempiti dal tempo, dall’immaginazione o dalla memoria. Trasformando le parole in una serie di disegni distinti, in cui a ogni parola corrisponde un “preciso” disegno che la illustra, si ottiene un’ipotetica storia per immagini. Il senso di questa storia per immagini dipende interamente dalle inclinazioni personali dell’osservatore. E’ nei suoi occhi e nella sua mente che le connessioni perdute nel passaggio dalla parola al segno possono (o non possono) ricostruirsi, per generare una nuova ed inedita narrazione.

Le lettere sono l’elemento costituente delle parole, l’insieme di un certo numero di parole costituiscono una lingua. La lingua madre di un individuo è qualcosa d’imprescindibile dall’individuo stesso, ne determina l’essenza, la maniera di ragionare e il modo in cui guarda e vede il mondo. Perciò si ritorna all’alfabeto, a questo insieme di lettere che quando lo si richiama alla mente, per sfogliare una guida del telefono o un dizionario, risuona come una filastrocca, come una canzoncina infantile, riporta in qualche modo a un atto istintivo, perché assimilato in tenera età. E’ un elemento primario, ma non neutro…basti pensare quando per telefono si deve sillabare un nome per una ­­­prenotazione, e si associa automaticamente una parola ad ogni lettera del proprio nome. Ognuno ha potenzialmente dentro di sé il suo alfabeto illustrato.

Ho chiesto a quattro persone di differente lingua madre di disegnare una parola per ogni lettera dell’alfabeto. La lingua in cui disegnano è la propria, l’alfabeto di riferimento è quello italiano, che ha 21 lettere. Dopodiché Ho ricamato i loro disegni, mantenendone lo stile originale.

 

 

dall’alto verso il basso, francese, italiano, tedesco, ceco.

The Italian alphabet has 21 letters.


The alphabet is the first thing that we learn at school when we begin to study our language. Even in case of foreign languages, the first step in learning is always the alphabet. It’s easy to find drawings of illustrated alphabets hanging on the walls in children classrooms, where beyond the graphic form representation of a letter there’s a drawing of an associated word that begins with that letter. From the point of view of a child there’s a straightforward relation between the letter, the drawing and the word. If we compare illustrated alphabets of different languages we obviously find no matches.

We can envision narration as a simple sum of words, in which blank spaces between words are filled in by time, imagination or memories. The evolution from words to distinct drawings gives us a hypothetic illustrated story, in which every single word is precisely linked to a drawing that perfectly illustrates it. The meaning of this illustrated story relies entirely on the tendencies of the viewer. To her/his eyes and mind lost associations from word to sign can (or cannot) develop a new narration.

Words are made of letters. Languages are made of words. Our mother tongues are something we simply can’t detach ourselves from; it determinates our lives, the way we think, the way we 'the way we look at and conceive the world.
Returning to the alphabet, imagined as a whole of letters, when we recall, as an example phonebook, a dictionary it sounds to us like a nursery rhyme, a children song, which takes us back to something that is instinctive in some way, learnt during the first years of our lives. It’s a primal element, but not a neutral one...if you think about when having to spell by phone a name for a booking, automatically associating each letter to a word.

Everyone potentially has inside herself/himself her/his own illustrated alphabet.

No drawing skills are required. A fundamental aspect in this process is the kind of association from the letter and the chosen word pair. When someone draws something she/he is not just drawing that particular object but something about herself/himself as well.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

from top to bottom: french, italian, german, czech.

alfabeto2

 

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